sabato 18 luglio 2020

L'attesa













Sono passati quattro mattini. Quattro mattini e tre notti.

Poi c’è qualcuno che pensa che noi canidi non sappiamo contare.

Ci credono solo capaci di fare i giochini tipo riportare un ramoscello, rotolare al suolo, rincorrere la propria coda, fingersi morti… tutte cose facili, per carità, ma molti di noi sanno anche contare, stupiti vero?

Dunque, dicevo? Si, sono passati quattro mattini da quando la padroncina è uscita e sto ancora aspettando. La porta la tengo d'occhio, non mi distraggo nemmeno un istante, anche quando divoro i croccantini dalla ciotola, anche se per lappare un poco d'acqua allago tutto il pavimento ma la porta non mi sfugge.

Anche quando il mio padrone mi attacca il guinzaglio e sono felice perché è tutta la notte che la tengo e anche la tenuta di un cane ha i suoi limiti ma prima di uscire mi giro verso la porta e se potessi parlare le direi: non credere di esserti liberata di me, tornerò presto, appena liberate le budella e ricomincerò a fissarti, non avrai scampo.

Prima o poi ti aprirai e lì da dove è uscita quattro giorni fa, proprio da lì rientrerà la mia amata padroncina e tutto sarà bello come prima, tutto tornerà a essere normale con i miei padroni che parlano tra di loro e ogni tanto, spesso a essere precisi, parlano anche con me.

Ti sto fissando porta, a me non la dai a bere, non importa quanto dovrò farlo ma continuerò a fissarti, prima o poi restituirai la mia padroncina e io sarò attento a non perdermi quel momento.

Dicono che siamo fedeli, i migliori amici dell'uomo, ed è vero, amici, tutto vero ma la nostra qualità maggiore è la pazienza. Noi siamo pazienti.

Cara porta, il sono il più paziente tra i cani pazienti, posso aspettare un tempo lunghissimo, non mi stanco di certo io, starò qui finché non sarai tu a stancarti e dovrai restituirmi la mia padroncina. E fidati, io sarò anche un giocherellone, da buon cane sarò fedele ma di certo sono paziente e posso aspettare tutto il tempo che voglio.

Ecco, mi metto seduto qui a guardarti, porta. Se il mio padrone mi chiama farò finta di non sentire, non posso perdere il momento in cui rientrerà lei.

Ma cosa? Che succede? No, non voglio stare fuori, si lo so che comandi tu, ora devo stare nel cortile sul retro, proprio ora che annuso qualcosa nell'aria, ora che avverto un cambiamento, una sensazione strana, che mi riempie il cuore di gioia, il cuore di un cane che normalmente è già pieno di gioia, ora di più, la mia coda è inarrestabile e ho voglia di saltare e correre perché sento una voce in casa, fatemi entrare, è la sua voce e finalmente la porta l'ha restituita, non importa se non ero in casa a vedere, importa solo che ci sia lei dentro e finalmente mi fanno entrare e posso vederla con i miei occhi canini, se fossi umano piangerei di gioia, non importa se non posso salire sul divano, se lei si protegge per non farsi male, importa solo che ora mi porge la mano che io posso annusare e leccare e posso tornare ad annusare il suo buon odore che tanto mi era mancato.

Quattro giorni ho aspettato ma avrei potuto aspettare anche quattro anni, perché io sono paziente come un cane, certo sono un cane, e non importa il tempo che tu, porta, mi hai fatto aspettare, importa solo che ora siamo di nuovo tutti assieme e finalmente posso smettere di aspettare.













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