lunedì 31 ottobre 2016
luoghi insoliti: La cosa in fondo alla cantina
luoghi insoliti: La cosa in fondo alla cantina: -Che cos'è questo? Mio figlio, cinque anni, prende il foglio, lo osserva e mi spiega. -La cosa in fondo alla cantina. ...
La cosa in fondo alla cantina
-Che cos'è questo?
Mio figlio, cinque anni, prende il foglio, lo osserva e mi spiega.
-La cosa in fondo alla cantina.
Lo guardo di nuovo.
Un grande scarabocchio nero, fatto ruotando infinite volte una penna a
sfera fino a quasi strappare la carta.
Delle righe nere escono dal corpo, due pallini bianchi all'estremità e due
cose, forse zanne, come pugnali a spuntare minacciose dalla bocca obliqua.
Sembra un ragno, solo molto più brutto.
Guardo il mio bimbo.
- Quando l'hai disegnato?
-Oggi, dopo che l'ho visto.
Che fantasia hanno i bambini...
Ma lui precisa.
-Oggi sono andato con nonno in cantina, lui cercava le catene per la neve e
io ho visto il mostro.
-E cosa faceva?
Voglio capire fino dove arriva...
-Niente. Ci spiava dal buio. Lui è cattivo, sai papà?
Ora sono preoccupato.
-Ti ha fatto del male? Nonno non si è accorto di niente?
Il piccolo si accorge della mia ansia e si affretta a rassicurare il suo
papà.
-No, no. Stai tranquillo. Mi ha parlato ma non con la voce, ho sentito che
mi parlava da dentro la mia testa.
Sono allibito. Mio figlio è il bimbo più razionale che conosca...
-Cosa ti avrebbe detto?
-Che ha fame, papà. Ha detto che devo portare Fuffy in cantina ma io non
voglio che si mangi Fuffy.
All'improvviso scoppia in lacrime, singhiozza disperato. Non mi ero
aspettato di dover gestire questa crisi.
-Stai calmo, non gli porteremo Fuffy, ci mancherebbe!
-Ma ha detto che se non gli porto il gatto allora sarà costretto a mangiare
il nonno!
Ormai grida isterico, non so come fermarlo.
-Gli porteremo delle scatolette di tonno!
E' tutto quello che mi viene in mente, suppongo che negare l'esistenza del
mostro della cantina possa servire solo a peggiorare la sua crisi.
Tutte queste storie di halloween non gli hanno certo fatto bene!
Poco alla volta si calma, viene la sera e lo mettiamo a letto come di
solito.
Domani sera andrà con i compagni per il giro di rito: dolcetto o
scherzetto. Lasciamo che faccia le sue esperienze. Non ritengo utile sentire
mio suocero sull'episodio della cantina. Non avrebbe nulla da dire.
Al mattino noto una stranezza. Non si vede in giro Fuffy. Di solito ci
sveglia perché vuole le crocchette. Oggi nemmeno l'ombra.
Mio figlio non sembra dare peso a quest'assenza.
Poi a metà pomeriggio mi corre incontro con il disegno dell'aracnide in
mano. Lo ha modificato. Ora è grande almeno il doppio!
-papà, papà... la cosa in fondo alla cantina urla! Dice che ha ancora fame,
vuole ancora mangiare...
-stai tranquillo. Dopo scendo e gli porto un piatto di polpette.
Mi guarda male, forse ha mangiato la foglia...
-Non vuole le polpette, lui mangia solo cose vive!
Ha gli occhi gonfi e lucidi. Lo abbraccio e lo accarezzo sulla nuca.
-papà penserà a qualcosa. Ora va a prepararti.
Lui sembra calmarsi.
Dovrò parlarne con mia moglie.
Poi saluto mio suocero che come ogni sera si rintana in camera sua a
guardare vecchie cassette.
Quando torniamo si è fatto tardi. Mia moglie è tornata dal turno e già dorme
profondamente.
Metto il nostro bimbo a letto, gli rimbocco le coperte e gli stampo un
bacio sulla fronte.
Poi vado a salutare quel vecchio brontolone, che vive con noi da un anno,
magari ci facciamo una sigaretta assieme ora che sua figlia non ci vede...
Entro nella camera. Il letto è sfatto, il materasso è rovesciato sul
pavimento. Un brivido gelato mi invade le ossa. Sento l'odore del sangue.
Mio suocero non c'è.
Ho paura. Terrore.
Ho paura che dovrò scendere in cantina...
domenica 30 ottobre 2016
sabato 29 ottobre 2016
luoghi insoliti: Nulla mi tange
luoghi insoliti: Nulla mi tange: Nulla mi tange. Nulla mi può scalfire. Né colpire. Né distruggere. Non uno sguardo ostile. Non un’insinuazione maligna....
Nulla mi tange
Nulla mi tange.
Nulla mi può scalfire.
Né colpire.
Né distruggere.
Non uno sguardo ostile. Non un’insinuazione maligna.
Non una situazione avversa.
Sono più forte.
Vado avanti.
Sono un salmone che nuota contro la corrente. Arriverò alla meta, alla fine
del viaggio.
Davanti alle difficoltà del lavoro aumento lo sforzo, alle contrarietà
della giornata rispondo col sorriso, verso gli ostacoli e le fatiche allungo la
falcata e vado loro incontro a testa alta.
Quando sento di non farcela prendo fiato con una breve pausa e non appena
rinfrancato ricomincio a lottare più forte di prima.
Se il sentiero diventa stretto e si fa in salita allora è il momento di
aguzzare la vista e di abbassare il baricentro ma mai mostro passo incerto.
Guardo lontano e mi accorgo del bivio prima che questo arrivi e prima che
arrivi il bivio ho già deciso che direzione prendere.
Ma...
Ma quando arriva la sera e il cielo si fa buio, cambia qualcosa.
Giunge la stanchezza, sopraggiunge l'incertezza.
Arriva la paura.
Paura di non avere fatto tutto bene. Di non riuscire a capire tutto, di non
essere così forte.
Di non essere così invulnerabile.
La sera diventa il tempo del dubbio.
Ma il dubbio è un aspetto della forza.
Il dubbio è ciò che ci permette di rallentare, di fermarci quando abbiamo
un piede nel vuoto, un attimo prima di precipitare nel baratro.
Così, nel tempo del dubbio, ci concediamo una preghiera per le cose che non
possiamo controllare e una lacrima per le cose che non possiamo recuperare.
lunedì 24 ottobre 2016
luoghi insoliti: Un bacio non è solo un'apostrofo
luoghi insoliti: Un bacio non è solo un'apostrofo: Che cosa sia un bacio lo sappiamo tutti. Non solo perché lo dice la letteratura. Certo, sapere che un bacio “è un apostrofo ...
Un bacio non è solo un'apostrofo
Che cosa sia un bacio lo sappiamo tutti.
Non solo perché lo dice la letteratura.
Certo, sapere che un bacio “è un
apostrofo rosa tra le parole t'amo”, è rassicurante e molto romantico.
Questa almeno è la tenerissima definizione che il poeta francese Rostand
mette nella bocca dell’audace Cyrano.
Sappiamo che il bacio può avere anche un’accezione negativa.
Il bacio traditore, il celeberrimo bacio di Giuda, descritto nei vangeli,
bacio dato come segno di riconoscimento, di saluto privo di connotati amorosi
ma dall'esito drammatico.
Il bacio tra cosiddetti uomini d’onore, che sancisce patti scellerati,
inganni e malaffare.
Il bacio seduttore che può diventare letale e condurre a morte, come nel caso di Paolo e Francesca. Un bacio
rubato, velato, vietato e nascosto al mondo.
Il bacio tra due persone che non dovrebbero toccarsi, sfiorarsi, nemmeno
avvicinarsi, come Giulietta e il suo Romeo, un bacio dall’attrazione magnetica
così forte che nemmeno la paura di morire riesce a smorzare.
Il bacio entusiasta e gioioso che celebra la vittoria, come nel famoso
scatto di Eisenstaedt a New York alla fine della guerra mondiale.
Il bacio tra due persone che nemmeno si conoscono, un’infermiera e un
marinaio, che è un inno alla vita futura che si apre per un paese.
Il bacio
perverso e malato di Narciso, che pur di sfiorare la propria immagine di cui è
innamorato, scivola e muore nell’acqua.
Sappiamo
anche che ci sono molti modi di baciare.
C’è chi
sfiora le guance, schioccando le labbra nel vuoto, chi al contrario le stampa
sul viso della persona salutata, chi ancora si volta, quasi volesse evitare un
contatto di cui ha timore e ti costringe a tuffare la faccia in una massa di
capelli che a tutto somigliano tranne che a un bacio.
Un bacio può essere delicato, solletico per le labbra, leggero come un
dolce soffio di vento.
Un bacio può essere vorace, premere, mordere, affamato d'amore.
A volte è timido e dura un attimo, non si sente quasi. Altre volte è
invadente, lavoro muscolare che sembra voler ispezionare ogni anfratto.
Un bacio può essere asciutto e asettico come un deserto e allo stesso tempo
freddo come una distesa di ghiaccio.
Altri baci possono essere caldi e bagnati, pieni di odori e pieni di vita
come la più bella giungla tropicale.
Il bacio più dolce e struggente è quello che si dà sulla fronte di chi si
sta per addormentare, alla moglie, al marito, oppure ai bambini, leggero come
una farfalla ma pesante e saturo d'amore.
Beati coloro che provano tanti baci di amici e amanti, ma i più fortunati
sono i pochi che li hanno provati tutti con una sola persona.
mercoledì 19 ottobre 2016
luoghi insoliti: La rete non ammette ignoranza
luoghi insoliti: La rete non ammette ignoranza: Non corro mai senza le cuffiette infilate nelle orecchie. La musica mi fa compagnia. Non solo la musica. Mentre arranco e...
La rete non ammette ignoranza
Non corro mai senza le cuffiette infilate nelle orecchie.
La musica mi fa compagnia. Non solo la musica.
Mentre arranco e mi trascino ascolto i notiziari, le chiacchiere dei
conduttori, persino la pubblicità.
Tutto fa brodo.
Il brodo è però spesso interrotto.
Un assolo di chitarra è rovinato da uno squillante tono di campanella.
Una notizia, importante anzi fondamentale, è coperta da una rumorosa
pernacchietta, il finale di una barzelletta cancellato da un odioso ronzio.
L'audio della radio sullo smartphone deve, per un obbligo del progettista
software, lasciare la priorità agli allarmi riguardanti notifiche, email in
arrivo, messaggi e attività di svariate applicazioni.
Tutto questo mette a dura prova mantenere il ritmo, resistere alla fatica,
terminare la corsa.
Ma il problema non si limita a tutto questo.
A cena si apparecchia ormai con bicchiere, tovagliolo, posate e cellulare.
Tra un boccone e l'altro si risponde a un messaggio, tra il primo e il secondo s’inviano
foto di pietanze a parenti e amici.
Tra i banchi di scuola non si passano più i bigliettini con le risposte del
compito d'inglese o le soluzioni di quello di matematica, tali preziose
informazioni si fotografano e s’inviano sul gruppo della classe.
E al professore che si crede furbo nel requisire gli apparecchi, si consegna
il telefono di scorta, perfettamente funzionante ma sostituito perché dotato di
scarsi pixel e poca memoria.
Non c'è funzione religiosa, che sia messa, matrimonio o rosario, senza
squillo.
Tutti si girano con aria disgustata verso la sorgente del suono, per poi,
con fare indifferente, controllare nella borsa se il proprio dispositivo sia
stato silenziato o no.
Non c'è biblioteca senza trillo tanto che tra i tavoli serpeggia
un'atmosfera da call center.
Non c'è sala d'attesa senza Bolero di Ravel o Cavalcata delle Valchirie
tanto che, dai medici, le riviste usate da intrattenimento sono ormai
trascurate a vantaggio della colonna sonora proveniente da tasche e borsette.
Non c'è pedone che attraversi, sulle strisce pedonali o meno, senza
guardare il display del proprio telefono, che è senz'altro più interessante del
percorso fatto mille volte e sempre uguale.
Negli ospedali l'infortunio più frequente tra gli adolescenti è la
slogatura del pollice opponibile e la malattia più temuta dai giovani è
l'infiammazione tendinea delle dita usate per digitare messaggi.
Il vantaggio di questo nuovo costume è però evidente ai più. Siamo
costantemente informati di tutto quello che succede sulla faccia della terra,
praticamente in tempo reale.
Che si tratti del matrimonio di un reale di Lussemburgo o della colite del
vicino di casa, in rete ci si trova davvero tutto!
E mi sembra il caso di dire che non è più lecito non essere aggiornati, non
essere informati.
Come si fa con la rete a non essere sempre sul pezzo?
Finalmente grazie alla rete è nostra responsabilità essere a conoscenza di
ogni argomento e non è più tollerato ignorare qualcosa.
Lasciatemi però dire una cosa, avete rotto con tutti questi rumori, avvisi,
vibrazioni, campanelli, beep beep, monete che cadono, motori che rombano,
violini che stridono, basta con tutti questi suoni molesti…
Ora scusate ma ho sentito un suono di campane... devo rispondere al
messaggio!
sabato 8 ottobre 2016
luoghi insoliti: Una strada di briciole
luoghi insoliti: Una strada di briciole: Ci sono molti modi di lasciare una stanza. Possiamo uscirne, dopo una notte agitata da incubi, lasciando il letto sfatto e nell&...
Una strada di briciole
Ci sono molti modi di lasciare una stanza.
Possiamo uscirne, dopo una notte agitata da incubi, lasciando il letto
sfatto e nell'aria l'odore della paura.
Possiamo gettare le coperte ammucchiate sul pavimento o possiamo rifare
diligentemente il letto.
Possiamo lasciare la finestra aperta per far uscire l'aria viziata ed
entrare ossigeno nuovo.
Possiamo dimenticare tutto per aria, i calzini sporchi sul pavimento, le
scarpe sotto il letto, i cambi di biancheria della giornata precedente sulla
sedia, perché l'armadio è ancora da sistemare.
Ci sono persone che non danno peso a ciò lasciano sul percorso.
Altri invece stanno attenti a mettere tutto come l'hanno trovato.
Ripongono con cura gli oggetti che hanno usato. Raddrizzano i quadri,
cambiano l'acqua al pesce rosso, si spostano con delicatezza perché nulla sia
mosso o cambiato e perché anche la polvere alzata si possa posare nello stesso
modo in cui si trovava quando sono entrati.
Ma non funziona così.
Ogni volta che entriamo o usciamo da un luogo, questo sarà inevitabilmente
cambiato.
La stanza che ci avrà visto transitare, non importa se per lungo tempo o
per un breve istante, resterà impressa come la pellicola fotografica faceva con
la luce.
Lasceremo quindi una scia, un sentiero di briciole, come faceva Pollicino per
ritrovare la strada, nella celebre fiaba di Perrault.
Lasciamo una traccia del nostro passaggio, sempre, anche se non ne abbiamo
l'intenzione.
E questo succederà anche con le persone che incontriamo sulla strada della
vita.
Che si tratti di un incontro lungo o breve non importa.
Che l'incontro abbia prodotto frutti o che all'apparenza non abbia cambiato
le nostre vite, che l'interruzione del rapporto sia stata improvvisa e traumatica,
oppure graduale, che sia stata voluta o accidentale, non importa.
Ogni volta che abbiamo incontrato un altro essere umano la nostra vita, e
quella dell'altro, sono state segnate dall'evento.
Sta a noi cercare di limitare i danni in caso di un incontro con una
persona negativa, oppure trarre profitto e apprezzare la ricchezza che alcune
persone possono donare.
Sarebbe utile e bello usare sempre del buon pane in modo che chi ci segue e
si nutre delle nostre briciole, possa non dico innamorarsi ma almeno mostrarci
un viso amico, e volerci un poco di bene!
mercoledì 5 ottobre 2016
luoghi insoliti: La scatola magica
luoghi insoliti: La scatola magica: Tutto è cominciato un anno fa. Mi è capitato un fatto assai strano. Un giovedì mattina ho aperto gli occhi e ho scoperto ...
La scatola magica
Tutto è cominciato un anno fa.
Mi è capitato un fatto assai strano.
Un giovedì mattina ho aperto gli occhi e ho scoperto di non aver sentito la
sveglia.
Allora ho chiamato il capo per avvisare del ritardo e lui sbraita come un
ossesso.
Ma come, faccio io, solo per mezz'ora!
Mezz'ora? Ribatte lui arrabbiatissimo, e ieri? Come giustifichi ieri?
Non era giovedì, era venerdì!
Come è successo non lo so ma a quanto pare avevo dormito ventiquattro ore.
Ne ho parlato col medico ma non ha riscontrato problemi neurologici, poi mi
ha consigliato uno psicologo ma per quel che ne capisce quello...
Avevo strani segni sul corpo, tipo lividi, e li ho fatti vedere al mio
vicino, siamo in confidenza, o meglio lo eravamo, e lui ha avuto la certezza
che io sia stato vittima di un rapimento alieno.
Bisogna dire che lui guarda, anzi guardava, tutte le trasmissioni
sull'argomento, la sua preferita era quella sul caso Roswell.
Comunque non gli ho creduto, almeno in principio.
Poi è accaduto un altro fatto.
Qualche mese fa ho fatto le pulizie in cantina.
Ho buttato tanta di quella mercanzia che non avete idea.
La solita roba vecchia, materassi, mobiletti marci, damigiane rotte, libri
e quaderni umidi e illeggibili.
Un lavoro ingrato.
In un angolo ho trovato un oggetto che non ho riconosciuto. Una specie di
scatoletta metallica, di forma rettangolare, grigio opaco, fredda al tatto.
L'ho portata su in casa e alla luce del giorno aveva un colore cangiante. Poi
dava una strana sensazione sulla pelle, come una vibrazione, un piacevole
pizzicorino. Ho provato ad aprirla con un cacciavite ma mi ha dato una
spiacevole scossa che mi ha ghiacciato il braccio per mezz'ora.
Così non ho più provato ad aprirla.
Avrei voluto portarla in aeroporto per farla passare sotto quel l'apparecchio
a raggi x per vedere cosa c'era dentro.
Mi rendo conto che fino a qui non c'è molto di strano.
Fino al giorno in cui espressi il primo desiderio.
Avevo cominciato a rigirare la scatoletta nelle mani, mi piaceva la
sensazione che dava.
Mi chiama il mio collega e mi chiede se sia interessato ad acquistare la
sua auto quasi nuova a meno del prezzo di costo, quasi regalata, perché la
figlia aveva vinto un’auto di lusso, partecipando a un gioco a premi, e la passava
a lui.
Io resto senza parole. Potete non credermi ma stavo pensando in quel
preciso istante a quanto mi sarebbe piaciuto avere un'auto come quella del mio
collega, la mia è un rottame che quasi non va avanti!
Lui sentendo il mio silenzio quasi si scusa, non voleva offendere con la
sua offerta ma per fortuna riesco a convincerlo che non sono offeso e l'affare
si farà.
La sera stessa firmiamo il passaggio di proprietà.
Il mattino dopo scendo in strada e scopro che un piromane ha appiccato il
fuoco all’auto vecchia.
Completamente bruciata assieme ad altre due parcheggiate vicino la mia.
Mi spiace per gli altri ma mentre compilo i moduli dell’assicurazione, non
riesco a trattenere le risate.
Rigirando la scatola tra le mani vado al lavoro.
Dopo qualche tempo, non pensavo nemmeno più all'accaduto, mi capita di
passare davanti a due villette a schiera appena acquisite dal comune. L'impresa
costruttrice era fallita poco prima di chiudere il cantiere.
Mentre vado al lavoro, penso a quanto mi piacerebbe vivere in una casa del
genere.
La giornata si svolge nella norma fino di pomeriggio quando mi telefona mia
moglie. È andata a prendere il piccolo a scuola e in quel momento siamo stati
chiamati dai vigili del fuoco. Per farla breve, c'è stato un incidente, una
fuga di gas dai nostri vicini. Lo scoppio si è sentito in tutto il quartiere.
Della palazzina è rimasto poco.
Tra colleghi e genitori della scuola c'è stata una gara di solidarietà per
recuperare vestiti e beni materiali, il comune ci ospita in albergo ma già
qualcuno ha ventilato l'assegnazione della villetta in affitto agevolato.
Purtroppo il mio vicino era in casa al momento dello scoppio e non è
sopravvissuto.
Così ho capito.
È la scatola.
È in grado di regalarmi ciò che desidero e questo è meraviglioso ma ogni
volta si prende qualcosa in cambio.
Sospetto che voglia sempre di più. Molto più di quanto dia, comunque.
Poi è venuto il momento di avere paura.
Due giorni fa mia moglie ha avuto una colica renale ed è stata ricoverata
in ospedale.
La prima sera, a casa, il bimbo dormiva nel suo lettino e mi sentivo molto
giù di corda.
Per poco non la combinavo grossa.
Avevo come sempre quella maledetta scatola nelle mani.
Per poco non ho desiderato che mia moglie fosse a casa, sana come un pesce.
Poi ho compreso ciò che poteva comportare.
Ho un bimbo che dorme nel lettino, in cameretta.
Ho due genitori anziani.
A chi sarebbe toccata?
Chi sarebbe
stato la moneta di scambio?
Così ho preso la decisione.
Con la scatola in mano ho desiderato che chiunque l'avesse portata fosse
venuto a riprendersela!
Chiunque fosse il proprietario, da qualunque galassia provenisse, che
venisse a riprendersela. Non la volevo.
Non volevo più che i miei desideri si avverassero.
Ora è notte, il mio bimbo dorme nel suo lettino, mia moglie dorme nel suo
letto d'ospedale ma l'ho sentita e sta meglio.
Io fisso la mensola, dove la scatola, che ora sembra nera, vibra come un
calabrone pronto a pungere.
E insieme attendiamo.
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