martedì 7 luglio 2020

Come fossi una piuma












Sergio cammina per strada sforzandosi di tenere alto lo sguardo. 

Così gli ha detto di fare il suo istruttore di fight boxe in palestra. 

"Non devi mostrare paura, sguardo deciso e faccia dura!" 

E' diventato una specie di mantra, non fa che ripeterlo, a costo di sembrare uno scemo che parla da solo. 

Non mostrare paura… sguardo deciso… faccia dura… una parola! Sergio deve sforzarsi, mantenere la concentrazione ma è faticoso. Ci riesce per una manciata di minuti poi le vecchie inquietudini, le insicurezze di una vita tornano come macigni a pesare sulla sua fronte e ad abbassargli lo sguardo. 

Anche quando cammina da solo la voce di suo padre gli rimbomba nelle orecchie, non sei nessuno, non vali niente… Sergio a volte si chiede come possa ancora sentire la voce di uno morto da tanti anni. 

Certo che da bambino l'aveva sentita forte e non solo la voce… anche le mani aveva sentito. Non che lui fosse uno stinco di santo, marachelle ne combinava, aveva la tendenza a rompere gli oggetti, l'inclinazione a disobbedire ma mamma e nonna lo nascondevano, intenerite, dietro le sottane e così capitava spesso che Sergio prendesse schiaffi quando era innocente e non ne prendesse affatto quando li meritava. 

Questa confusione non lo aveva aiutato e non aveva fatto che accrescere le sue incertezze. 

Talvolta gli capita di sentirsi solo, non ha più la nonna che lo coccolava sempre come quando era un bambino, non ha più nemmeno suo padre che lo picchiava. Ma erano pur sempre persone… erano la sua famiglia. 

Per stare meglio Sergio si è iscritto in palestra, si massacra con pesi e attrezzi vari e ha preso a frequentare il corso di autodifesa. 

Si sottopone a mille esercizi dolorosi, l'istruttore ha già rischiato di lussargli una spalla e di soffocarlo più volte ma lui è sempre zelante e volenteroso, inoltre è bravo a combattere e non si stanca mai. Poi ovviamente c'è il mantra… sguardo deciso e faccia dura senza paura! 

A volte ha davvero la sensazione di sentirsi meglio ma quando cammina per strada i fantasmi sono tutti lì ad aspettarlo, nascosti dietro ogni angolo. 



In palestra ha conosciuto un tipo, ha una ventina d'anni più di lui, non fa altro che correre sul tappeto, saltare la corda e ogni tanto tirare qualche stanco pugno a un vecchio sacco che non usa più nessuno. 

Gli sembra simpatico, benevolo e hanno preso qualche caffè insieme nelle pause. 

Il tipo gli racconta del suo monotono lavoro e della sua vita. È divorziato, ha un figlio adolescente che lo detesta, non ha grandi prospettive per il futuro ma vive alla giornata e sembra contento così. 

Quando Sergio esce malconcio dalle sessioni con l'istruttore questo tipo si avvicina e gli dice con garbo, ma chi te lo fa fare… dovrebbe essere lui a pagare te per come si diverte… Non hai bisogno di pagare una palestra per farti picchiare. 

Sergio non si offende, l'amico è troppo bonario e poi non insiste. Se piace a te… si limita lui a chiudere il discorso scuotendo la testa. 

Una sera mentre corrono sui tappeti, il tipo gli dice una cosa. 

Ma non ti stanchi a camminare sempre così? 

Così come… vuole sapere Sergio. 

Controvento. 

È la risposta dell'amico. 

Che precisa: Sembri uno che si intestardisce a cercare sempre la strada in salita, che non è contento se non si mette in difficoltà da solo, uno che cammina sempre controvento. Hai l'aria di uno che fa una fatica immane a vivere, non ti rilassi mai a parte quando l'istruttore ti riempie di pugni… ma non sei stanco? 



Sergio non interrompe la corsa ma diventa serio anzi fa lo sguardo duro… 

Cosa dovrei fare? 

Non sta a me dirtelo, risponde il tipo, ma penso che dovresti rilassarti e prendere le cose con più leggerezza. Aprire le vele e farti trasportare dal vento. Permettergli di spingerti e trascinarti dove ne ha voglia senza opporre resistenza. Smettere di sprecare tutta questa energia e cominciare a farti soffiare via come fossi una piuma, a sfruttare la corrente della vita. 

E sorridi. Questa storia dello sguardo deciso e faccia dura… si, l'ho sentita qui in palestra… guarda che è una cazzata. 

Sergio spalanca gli occhi stupito. 

Si, prosegue il tipo, sorridi alla vita e smetti di fare il duro perché se fingi si vede. 

Davvero? 

Davvero. 



Sergio cammina per strada e ora si sforza di dimenticare il vecchio mantra. Sguardo aperto e faccia sorridente… si è meno faticoso. 

Ha smesso di andare in palestra, ora corre nel parco. Quanto ai combattimenti… non sente la mancanza dei pugni ricevuti. 

Non ha più incontrato il tipo ma gli piacerebbe ora prendere un caffè con lui e, magari, scambiarsi opinioni e accettare qualche consiglio. 



Dirgli che ha capito che non c'è niente di male a mostrare paura e a essere incerti, che va bene anche ignorare le voci che giungono dal passato e che sta imparando a essere leggero. 

Leggero come una piuma. 

E a farsi guidare dal vento.
Anzi, a lasciarsi soffiare.
















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