I libri che ho letto li dimentico in fretta.
Certo, non tutti. Molti, moltissimi li ricordo.
I libri che mi hanno fatto sognare, quelli che mi hanno fatto piangere e
anche quelli che mi hanno fatto arrabbiare.
Ricordo le trame, i personaggi principali, qualche citazione o una frase
che mi ha colpito. Leggere per me è puro piacere. Significa restare in
compagnia di un amico fidato.
A molte storie sono affezionato e soffro quando termina la lettura. Questi
libri li saluto come si fa con un caro amico, sicuro che alla prima occasione
buona ci s’incontrerà nuovamente.
I personaggi che popolano certe
storie sono bellissimi e non si può non innamorarsene o desiderare di emularli,
di incontrarli. Eroi e protagonisti ma anche gregari e personaggi secondari da
amare ma anche antagonisti e cattivi da detestare.
Come dicevo prima, purtroppo i libri che leggo li dimentico.
Come se non fossero importanti, almeno non tanto importanti quanto quelli
che devo ancora leggere.
Sul comodino ho tre saggi che aspettano. Sullo scaffale almeno quattro
romanzi che qualcuno mi ha regalato. Arriverà il momento anche per loro ma non
oggi.
Quando scopro un autore che mi piace, cerco di leggere tutto quello che
riesco a trovare, credo che capiti a molti lettori.
Penso di avere letto tutta la vasta produzione dell’americano Stephen King
di cui sono in perenne e famelica (e un poco ossessiva) attesa della “nuova
uscita”.
Lo stesso vale per il siciliano Andrea Camilleri. Questo mi succedeva per i
romanzi di Umberto Eco e di Michael Crichton.
Dimenticare i libri che si sono letti, può essere un problema.
Una volta, alle prime pagine del celebre “Il fu Mattia Pascal” sono stato
colto da una forte sensazione di déjà-vu per poi realizzare (a metà libro) che
lo avevo già letto anni prima!
Provo invidia vedere i post che celebrano e commentano racconti bellissimi
che ho sicuramente letto e di cui ricordo poco o niente!
Vado continuamente alla libreria per cercare questo o quel punto della
trama da rileggere su pagine ingiallite e scordate.
Ho riflettuto a lungo sul mio problema.
Penso che il motivo principale, oltre a una demenza latente, sia che reputo
più importanti le opere che non ho ancora letto.
Mi mancano, sento un vuoto che non sarà mai possibile riempire.
Ho letto pochissimo Hemingway, molto poco Shakespeare ma anche Calvino e
Pavese, la Deledda e lo stesso Pirandello.
Conosco poco e male Dostoevskij così come Stendhal e Tolstoj.
Se vedo una vetrina di nuove uscite inizio a salivare come e più dei cani
usati da Pavlov per i suoi esperimenti.
Sono compulsivo come un fumatore che ha ripreso a praticare dopo un anno dall’infernale
astinenza.
Vivo in un appartamento pieno di libri, moltissimi letti, molti ancora da
leggere.
Questo non m’impedisce di essere a sempre attento alle recensioni dei
titoli in uscita. Il commercio online e la possibilità di scaricare libri in
formato elettronico hanno reso la mia vita un inferno di tentazioni.
Sono consapevole che, forse, leggendo più lentamente, metterei meno titoli
in archivio ma forse ricorderei di più le storie conosciute.
Ma si può cambiare vita?
Qualcuno pensa di sì, pochi ce la fanno davvero.
Intanto oggi ho in programma di visitare il Salone del Libro.
Auguratemi buona giornata...
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