sabato 12 maggio 2018

I libri che ho letto








I libri che ho letto li dimentico in fretta.
Certo, non tutti. Molti, moltissimi li ricordo.
I libri che mi hanno fatto sognare, quelli che mi hanno fatto piangere e anche quelli che mi hanno fatto arrabbiare.
Ricordo le trame, i personaggi principali, qualche citazione o una frase che mi ha colpito. Leggere per me è puro piacere. Significa restare in compagnia di un amico fidato.
A molte storie sono affezionato e soffro quando termina la lettura. Questi libri li saluto come si fa con un caro amico, sicuro che alla prima occasione buona ci s’incontrerà nuovamente.
 I personaggi che popolano certe storie sono bellissimi e non si può non innamorarsene o desiderare di emularli, di incontrarli. Eroi e protagonisti ma anche gregari e personaggi secondari da amare ma anche antagonisti e cattivi da detestare.
Come dicevo prima, purtroppo i libri che leggo li dimentico.
Come se non fossero importanti, almeno non tanto importanti quanto quelli che devo ancora leggere.
Sul comodino ho tre saggi che aspettano. Sullo scaffale almeno quattro romanzi che qualcuno mi ha regalato. Arriverà il momento anche per loro ma non oggi.
Quando scopro un autore che mi piace, cerco di leggere tutto quello che riesco a trovare, credo che capiti a molti lettori.
Penso di avere letto tutta la vasta produzione dell’americano Stephen King di cui sono in perenne e famelica (e un poco ossessiva) attesa della “nuova uscita”.
Lo stesso vale per il siciliano Andrea Camilleri. Questo mi succedeva per i romanzi di Umberto Eco e di Michael Crichton.
Dimenticare i libri che si sono letti, può essere un problema.
Una volta, alle prime pagine del celebre “Il fu Mattia Pascal” sono stato colto da una forte sensazione di déjà-vu per poi realizzare (a metà libro) che lo avevo già letto anni prima!
Provo invidia vedere i post che celebrano e commentano racconti bellissimi che ho sicuramente letto e di cui ricordo poco o niente!
Vado continuamente alla libreria per cercare questo o quel punto della trama da rileggere su pagine ingiallite e scordate.

Ho riflettuto a lungo sul mio problema.
Penso che il motivo principale, oltre a una demenza latente, sia che reputo più importanti le opere che non ho ancora letto.
Mi mancano, sento un vuoto che non sarà mai possibile riempire.
Ho letto pochissimo Hemingway, molto poco Shakespeare ma anche Calvino e Pavese, la Deledda e lo stesso Pirandello.
Conosco poco e male Dostoevskij così come Stendhal e Tolstoj.
Se vedo una vetrina di nuove uscite inizio a salivare come e più dei cani usati da Pavlov per i suoi esperimenti.
Sono compulsivo come un fumatore che ha ripreso a praticare dopo un anno dall’infernale astinenza.
Vivo in un appartamento pieno di libri, moltissimi letti, molti ancora da leggere.
Questo non m’impedisce di essere a sempre attento alle recensioni dei titoli in uscita. Il commercio online e la possibilità di scaricare libri in formato elettronico hanno reso la mia vita un inferno di tentazioni.
Sono consapevole che, forse, leggendo più lentamente, metterei meno titoli in archivio ma forse ricorderei di più le storie conosciute.
Ma si può cambiare vita?
Qualcuno pensa di sì, pochi ce la fanno davvero.

Intanto oggi ho in programma di visitare il Salone del Libro.
Auguratemi buona giornata...



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