Tonio, il cane parlante, sarà ospite, in prima serata, del più visto gioco
a premi sulle reti nazionali!
In prima pagina, sui maggiori quotidiani, campeggia la foto del premier con
il fumetto di Tonio, il cane parlante, che fuoriesce dalla tasca.
Alla domanda di un giornalista, che gli chiedeva se fosse per i suoi figli,
il primo ministro ha risposto gioviale: no, no, questo lo leggo io nella pausa!
La grande star internazionale Scarlett Ziohansson sfila sul Red Carpet con
un peluche gigante di Tonio, il cane parlante sotto il braccio.
Ma chi o che cosa è Tonio, il cane parlante?
Ve lo dico io, Tonio, il cane parlante, è il più grande incubo di Billy.
Ovviamente Billy è un nome di fantasia.
Billy non ha nessuna voglia di mettere i suoi problemi in piazza, se ci
siamo capiti.
In realtà molti lo sanno benissimo chi sia Billy.
Quando, per la prima volta, ha disegnato il personaggio di Tonio, non sospettava
che avrebbe rimpianto amaramente quel momento.
Al contrario, Billy non vedeva l'ora che i suoi sforzi fossero premiati,
che uno dei suoi personaggi gli garantisse un contratto fisso, carriera, fama e
magari anche pecunia.
E quando Tonio fu scelto da un grande e importante editore nel campo dei
fumetti, Billy fu dapprima stupito, poi felice.
A dire la verità, Billy aveva lavorato duramente a tanti progetti, alcuni
personaggi molto ben riusciti, caratterizzazioni forti, un bellissimo incipit
per una storia a puntate. Tutti lavori in cui credeva.
Poi si mise a disegnare Tonio in un momento di noia, quasi a ridicolizzare
tutta la serietà che aveva messo negli altri lavori.
E quello sgorbio, quella parodia di cane, che metteva nella sua capacità di
parlare una sorta di spocchia volgare, che evidentemente faceva presa, si era
preso la rivincita balzando alla ribalta.
Il contratto fu corposo. Un fiume di soldi, una vera piena si riversò
nelle tasche di Billy.
Più di quanti lui fosse capace di spendere!
Lui ma non la sua famiglia.
I figli cominciarono a comprare l’ultimissimo modello di Iphon Plus e lo
sfoggiarono a scuola per ben due giorni, prima del furto.
Poi pretesero due monopattini elettrici, pieni di led che li facessero
sfilare veloci sul marciapiede. Questi li esibirono per un’intera
settimana, prima del secondo furto.
Poi vollero l’orologio intelligente, che poteva essere interconnesso con
tutti i computer. Li usarono cinque giorni fino all’ennesimo furto.
A quel punto la moglie di Billy pretese una scuola privata per i figli,
poiché non era più un problema economico.
Così i bambini di Billy cambiarono scuola.
A proposito della moglie.
Non ci pensò due volte a sostituire tutti i capi del guardaroba, sembrava una modella in
età avanzata, nessun gusto e perenne crisi d’identità.
Si fece tagliare i capelli a spazzola e li tinse biondo platino.
Un misto tra Madonna anni novanta e Brigitte Nielsen, nella sua fantasia. Più
uno scopettone di saggina, nella realtà.
Ma il taglio sembrò piacere molto all’agente dell’editore, un vissuto play
boy in disarmo che non risparmiava su occhiate, lusinghe e moine.
Così la moglie di Billy cambiò compagno.
Per la verità fu Billy a cambiare casa, abbandonando l’appartamento superlusso che aveva comprato ai
figli viziati e alla moglie modella con il suo nuovo marito.
Billy si ritrovò a
lavorare in un monolocale dove l’unico tavolo era anche il suo ufficio e il
letto usciva ogni sera dal logoro divano.
Il suo lavoro ne
risentì e l’editore lo relegò a occuparsi d’incarichi sempre più marginali.
Ma quel maledetto cane
continuava a vivere di vita propria, ne avevano tratto addirittura un
cortometraggio per la tv. Il suo linguaggio era, se possibile peggiorato,
farcito di parole sconce, volgarità e bassezze. Ma era quello che la gente
voleva. Era questo a piacere.
Almeno ci guadagnava
qualcosa, questa era la consolazione di Billy, e poteva dedicare il suo tempo a
cose più importanti.
Cose che non avrebbe
letto nessuno, che non avrebbe visto nessuno se non qualche amico, dopo una
birra, nel piccolo monolocale.
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