1
Non
è una domenica come le altre. Ha chiesto, ha implorato, ha supplicato, insomma
ha sudato questo diciottenne ancora un po' ingenuo e poco esperto sui fatti
della vita, per ottenere il permesso di usare l'auto genitoriale, una vecchia
128 Fiat (per la verità mica tanto vecchia dal momento che non avrà più di 3 o
4 anni ed è perennemente tirata a lucido dal papà dell'acerbo e innamorato
diciottenne in questione).
E
finalmente c'è riuscito, ha ottenuto il permesso. Nel pomeriggio potrà uscire
con l'auto, evento più unico che raro poiché ha la patente solo da qualche mese
e potrà finalmente andare... da chi e dove lo scopriamo tra poco…
2
Come
si prepara, quanto tempo impiega a pettinarsi, quanto a cercare di normalizzare
i battiti tumultuosi del suo cuore imponendosi di respirare più adagio non lo
sappiamo. Sappiamo che quando esce da casa, inseguito dalle solite
raccomandazioni dei genitori (stai attento a quello che fai, comportati bene,
sii educato, eccetera) con una piccola aggiunta straordinaria di
raccomandazioni che riguardano l’auto (guida con prudenza, occhio ai segnali…),
sappiamo, dicevo che il diciottenne ingenuo, inesperto e innamorato ha le
chiavi della vettura di suo padre in tasca e un cuore che gli fa le capriole
nel petto.
3
Il
nostro diciottenne, oramai è ora di dirlo, ha un appuntamento con una ragazza.
Questo è evidente, osservando il suo stato emotivo che rasenta l’euforia. Lei è
più giovane di lui, ha i capelli lunghi, anche se prima erano molto più lunghi
e dolci occhi scuri. Lui è colpito, incredulo che una sensazione così bella
possa capitargli, forse non ritiene di meritarla o semplicemente, data la sua
notoria inesperienza è solo confuso, sopraffatto da questa emozione nuova. Il
fatto è che vederla a scuola, di corsa nell’intervallo, baciarla furtivamente
nel cortile, tutte cose molto belle, molto sentite, non gli basta più ed oggi
ha l’occasione per stare assieme a lei tutto il pomeriggio. Non gli sembra ancora
possibile.
4
“I
peccator carnali che la ragion sommettono al talento” cita Dante nel quinto
canto dell’inferno.
Il
nostro diciottenne, che ignora tra le molte cose anche questo verso, se ne va in
tutta la bellezza della sua stolta e inconsapevole gioventù.
La
ragione l’ha persa senza capirlo, forse immerso nel profumo dei capelli e nella
profondità degli occhi della ragazza che si appresta a raggiungere.
Ma
la felicità che possiamo vedere o anche solo immaginare sul suo viso è come il
sale per la nostra storia e le dà un gusto tutto particolare.
Con
queste pennellate di felicità, appunto, va il nostro giovane verso il suo
appuntamento, verso il suo giovane amore appena sbocciato, verso quegli occhi
scuri in cui è dolcemente annegato. E con le chiavi in tasca va verso l’auto
parcheggiata nella via.
5
Ed
è a questo punto del racconto che ci apprestiamo a rivivere una piccola crepa,
perché chiamarlo colpo di scena sarebbe esagerato, piuttosto una lieve, veloce
nota stonata, che può oscurare la bellezza di una melodia per il resto
magistralmente eseguita.
Il
nostro giovane sale in auto e con la felicità nell’anima, ripassa mentalmente
le azioni atte a una partenza e una guida sicura e responsabile. Poi accende
l’autoradio e sebbene lui abbia già una musica nel cuore, ascolta volentieri i
successi del momento. Quell’anno va Sade con “Sweetest taboo” e soprattutto George
Michael che canta “Careless whisper”.
Chissà
perché certe cose si fissano nella memoria meglio di altre…
In
ogni caso il nostro rubacuori si sveglia dai suoi sogni musicali a causa di
quella nota stonata che dicevamo.
Più
che una nota è un rumore sordo e breve, come una vibrazione profonda o come,
diciamolo pure, una lamiera di carrozzeria che raschia contro un ostacolo,
contro un muro!
6
Quante
volte ha ripensato, l’uomo che è stato quel diciottenne e che ora ha già da
qualche anno numerosi fili bianchi tra i capelli, quante volte ha ripensato
dicevo, a quel rumore che lo riportò sulla terra in quella domenica primaverile
e soleggiata del 1985!
Certo
col senno del poi è molto facile o meglio, è molto diverso ragionarci e
giungere a conclusioni. Inoltre gli anni passati si depositano come strati di
polvere nella soffitta della memoria e certi ricordi sono nascosti e altri mitizzati.
Sarebbe
facile, oggi, affermare che quel piccolo, banale incidente cambiò per sempre le
storie, il futuro dei due giovani della nostra storia. Chi potrebbe sostenere
il contrario, dopotutto?
Di
fatto il nostro diciottenne imbranato, ingenuo, innamorato e impacciato si
fermò a controllare i danni, che con una svolta troppo affrettata ed eseguita
male, aveva provocato all’auto.
L’ammaccatura
era lì, sopra il parafango della ruota posteriore come la firma di un
conducente alle prime armi che oltre alla poca esperienza aveva da aggiungere
alle sue giustificazioni la bellissima emozione che stava vivendo e che gli offuscava
la vista.
7
Come
abbiamo già detto gli anni appannano i ricordi. Una cosa è rimasta, al
contrario, ben presente nella memoria del protagonista della nostra storia.
Come una fitta nebbia nasconde le superfici delle cose e i colori, rendendo
tutto opaco e lattiginoso, l’inquietudine, il senso di colpa e il timore per le
ripercussioni che il danno alla carrozzeria avrebbe avuto, velarono le cose
successe quel pomeriggio. Non volle dire niente il nostro diciottenne alla sua
altrettanto giovane ragazza, non volle rovinare l’umore allegro né la
prospettiva di un bel pomeriggio spensierato. Trovare la casa, presentarsi
degnamente a sua madre, conoscere la sorella, cercare di non fare brutte figure
e poi uscire tenendosi per mano furono le belle cose successe al giovane.
Dentro di lui si svolgeva una lotta per nascondere e tenere lontani i brutti pensieri
legati al piccolo incidente.
Quanto
influirono gli eventi sulle cose dette, sui gesti fatti, sulla piacevolezza del
tempo trascorso insieme non lo sappiamo, sappiamo solo che in qualche modo
influirono. Il pensiero, la ragione che il diciottenne aveva perduta tornava
alla carica togliendo parte dei sapori e dei colori che il cuore stava gustando.
8
Di
ciò che ricorda oggi l’ex diciottenne, dal momento che è passato qualche anno,
ci sono sprazzi della bella giornata, la strada fatta, il suono dolce della sua
voce, l’attenzione perché non si annoiasse, a che tornasse a casa sana e salva,
i sorrisi. Forse se chiediamo a lei, risponderà di avere un ricordo diverso o
di non averne per niente ma questa è la storia vista, vissuta e ricordata dal
punto di vista di lui e non potrebbe essere diversamente.
Per
dovere di cronaca possiamo dire che il giovane accompagnò a casa la ragazza e
rincasò a sua volta e tutto si svolse senza ulteriori traumi o incidenti. Il
suo cuore pavido, giacché si era fatto molto tardi e il genitore era andato a
dormire, si fece scudo dietro gli eventi e mostrò il suo vile lato rimandando
al giorno successivo il momento della confessione, del pentimento e
dell’espiazione.
9
E
il giorno dopo venne. Il nostro diciottenne si alzò e seppe che suo padre era
già andato al lavoro. Con l’auto. Avrebbe così scoperto il suo errore e non mi
riferisco al danno alla carrozzeria. Ciò che faceva male era la sua omissione,
il fatto di non avere dichiarato la verità subito, di non aver spiegato.
Andò
a scuola e questo lo faceva sentire bene, a scuola avrebbe rivisto lei, e al
momento era tutto ciò che contava. Ogni suo respiro era rivolto alla giovane
ragazza, alla nostra protagonista femminile. Ma anche nei confronti di lei, il
nostro diciottenne innamorato, imbranato, impaurito non si sentiva a posto.
Nemmeno con la sua ragazza non era stato capace di condividere quel suo piccolo
grande segreto. Si è chiesto, col passare degli anni, se anche questa cosa
possa aver influito sugli eventi futuri, sul fatto che questa bella storia è
andata via via consumandosi, come una candela ed è alla fine sparita
velocemente così come, velocemente, era nata.
Alla
fine il pomeriggio arrivò e il giovane si diresse verso casa con la morte nel
cuore.
10
Alla
fine entra in casa, il nostro diciottenne impacciato, innamorato, intimorito.
Alla
fine trova la forza di confessare e sua madre, che lo aspetta con il suo fare
un po’ severo, lo ascolta sentendo una storia che già conosce.
Poi
il nostro giovane si sente rispondere qualcosa che lo stupisce. È invitato ad
andare al bar all’angolo dove il genitore è solito prendere il caffè
pomeridiano e dove oggi lo sta aspettando. Il nostro protagonista si arrende e
va incontro a un rimprovero e a una punizione inevitabile ma al bar ci trova un
padre che lo sorprende e lo spiazza completamente e che gli rivolge un
inaspettato sorriso e che gli offre un caffè.
Questi
sono i semplici fatti. Questo è ciò che successe. Niente di ciò che si era
immaginato, che aveva fantasticato il ragazzo.
Quel
giorno il nostro diciottenne aveva appena ricevuto, senza saperlo una lezione.
Anche se era ancora lontano da capire come si comporta un fidanzato o un
marito, aveva imparato come agisce un padre.
E
quel giorno non l’ha più dimenticato.
Fine
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