domenica 25 ottobre 2015

Rispetto, fratello!









Secondo un dizionario della lingua italiana il rispetto è un sentimento e un comportamento diretto alla consapevolezza e al riconoscimento di diritti e meriti altrui.
Un'altra fonte lo definisce addirittura come sentimento di deferenza e stima verso qualcuno ritenuto degno.
Respectus da respicere, dal latino guardare indietro, quindi considerare, avere riguardo.

Belle parole, non è vero? Tanto che non le ho scritte io ma solo riprese dal dizionario, con il dovuto rispetto.
Già, perché mi sembra doveroso rispettare chi legge questo post con il massimo dell'onestà.
Ma siamo sempre rispettosi?

Non mi pare proprio. 
Certo che è facile rispettare le persone che ci stanno attorno, quelle a cui teniamo di più. Primo perché non vogliamo ferirle, perché ci stanno a cuore e vogliamo loro più o meno bene. Secondo perché le suddette persone potrebbero esserci utili, potrebbero servirci e potrebbero negare il loro necessario aiuto qualora ci fossimo comportati con poco rispetto in passato.
Lo so che molti staranno sorridendo sarcastici ma cerchiamo di avere rispetto per le opinioni altrui.
E' anche facile chiedere rispetto, come avete visto io l'ho appena fatto.
Pretendiamo rispetto da chi ci incontra durante le nostre lunghe e travagliate giornate, esigiamo rispetto quando rilasciamo una nostra preziosa dichiarazione su qualcosa di cui ci sentiamo certi. Pretendiamo rispetto in quanto depositari di molte innegabili Verità. Se qualcuno ci contraddice sappiamo che questo povero essere non è degno di nessun rispetto e non perdiamo occasione di farlo presente.
Sappiamo benissimo cosa è il rispetto ma lo immaginiamo solo in un senso, avente un moto centripeto continuo.
Siamo come un corpo celeste con una massa enorme (leggasi ego) e come tale esercitiamo una forza di gravità irresistibile verso cose come il rispetto, che quindi deve essere, per legge fisica, diretto inequivocabilmente verso di noi.
Ma ci ricordiamo di esercitare questo nobile sentimento verso gli altri? Peggio ancora, rispettiamo gli sconosciuti?
Comincerò a farlo io.
Saluterò chi incrocio per strada e non negherò un sorriso nel farlo.
Darò del lei a chi non ha più la mia età. Mi farò di lato sul marciapiede se arriva di fronte una mamma con passeggino ingombrante. Raccoglierò sempre ciò che depone il mio cane (anche se non ho un cane). Eviterò di gettare i mozziconi di sigaretta dal finestrino dell'auto (anche se non fumo). Darò il passo entrando o uscendo da un edificio se un'anziana persona sta per entrare o uscire assieme a me.
Non lascerò cartacce e lattine sulla spiaggia e non reciderò fiori durante le passeggiate in montagna.
Lascerò sempre finire una frase ad altrui persona prima di aprire la mia bocca, anche se chi parla dice cose che non mi piacciono. Cercherò di non urlare o fare troppo rumore quando è tardi e certamente qualcuno sta cercando di riposare.
Pensate se riuscissi a fare tutte le cose che ho scritto.
Non sarebbe bello?
Solo al pensiero di tutto questo l'aria che sto respirando è più dolce e se non il mondo intero, almeno il mio quartiere diventa un posto più vivibile.
Come sarebbe se poi sapessimo insegnare il rispetto ai bimbi più piccoli.
Che bel futuro ci spetterebbe.

Allora perché non cominciare davvero nel nostro piccolo a fare dei gesti di rispetto?

Mi piacerebbe sapere come la pensate riguardo al rispetto ma senza rispondere come qualcuno distratto: "come la pensiamo, rispetto a cosa?"












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