Avete presente la
caldaia condominiale?
Il dispositivo che
provvede al riscaldamento di tutte le unità abitative del vostro stabile?
No?
Lo credo bene, perché anch’io
non l’ho presente.
Non credo di averla mai
vista.
Se ne occupa
l’idraulico chiamato dall’amministratore, certo, come succede ovunque.
Noi ci limitiamo a
starcene al calduccio, nei nostri appartamenti, a guardare la televisione,
durante le gelide e brevi serate invernali, coccolati dal tepore dei
termosifoni e dalla morbidezza del divano.
La caldaia, dicevo.
Appunto.
Quest’oggetto di cui
dimentichiamo l’esistenza, perché non si sente, a parte qualche ronzio
notturno, perché non si vede, spesso nascosta in uno stanzone in fondo al
corridoio delle cantine.
Non ci pensiamo mai,
tranne che in un caso.
Quando smette di
funzionare.
Quando la sera
cominciamo a battere i denti, a strofinare le mani sperando di farle tornare
tiepide come quelle di un essere vivente, quando cominciamo a vedere la
nuvoletta emessa dal nostro respiro caldo.
Allora, finalmente,
cominciamo a pensare alla nostra caldaia condominiale.
Appena questa cessa di
fare il proprio lavoro.
Una cosa analoga
succede con un certo tipo di quadro.
Il famoso mezzo punto
ricamato dalla nonna che ritrae un improbabile paesaggio bucolico, senza il
minimo valore artistico ma di certo un ricordo dall’inestimabile valore
affettivo, la memoria che mai si potrebbe togliere dalla parete per non fare un
affronto al parente estinto.
Oppure una lignea icona
religiosa, dalla dubbia provenienza, forse trovata in un mercatino delle pulci
o regalata da un parente, appesa a un muro a prendere polvere e lì dimenticata.
Oggetti che nessuno
guarda, che nessuno neppure vede più.
Fino al giorno in cui,
magari perché si è spezzato il gancetto, si staccano dalla parete lasciando
l’inconfondibile fantasma della loro presenza contornato dall’alone scuro
dipinto dal riscaldamento.
Quel giorno, entrando
in casa ci colpirà quel fantasma sulla parete, quel vuoto e ci chiederemo cosa
mai c’era stato a riempire l’alone.
Due piccoli esempi. Due
immagini di qualcosa che ci accorgiamo di avere solo quando non l’abbiamo più.
Stiamo attenti, dunque.
Vigiliamo.
Sorvegliamo che ciò non
accada con le cose importanti.
Premuriamoci che ciò
non accada agli affetti, alle amicizie.
Prendiamoci cura di un
marito o di una moglie, presenza quotidiana che diamo per scontata, che a volte
annoia, sempre uguale, qualche volta pesante ma che sta al nostro fianco, anche
se la vediamo appena.
Teniamo in debito conto
certi amici, soprattutto quelli discreti, che si fanno sentire poco e vedere di
rado ma che ci sono quando li cerchiamo.
Non aspettiamo il
momento del bisogno, quando questi fanno comodo.
Certi affetti, certi amori
sono troppo importanti perché li possiamo lasciar correre, per perderli e
accorgerci solo quando non ci sono più, quando rimane un alone sul muro.
Certi amori sono come
le piante, possono durare molto a lungo ma non possiamo, non dobbiamo
dimenticarci di innaffiarli.
Tutti i giorni.
Nella vita di ognuno di noi ci sono legami che nulla può spezzare. 👍
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