domenica 26 giugno 2016

Personaggi secondari








"Sai, alla festa patronale c'era la vincitrice del Talent Show, l'ho persino salutata!"
Inavvertitamente ascolto la figlia della vicina che parla al telefono con qualcuno.
"Si, sono stata al firma copie dell'ultimo disco di Marco!" ... "Tre ore di fila ma vuoi mettere la soddisfazione della foto con lui, e poi dal vivo è così bello!"
La conversazione va avanti, non posso fare a meno di ascoltare tutto: i balconi non sono luogo per telefonate private ed io sono fuori a innaffiare le piante.
"Ma l'hai vista quella sciacquetta di Giulia, la valletta del Maria Show, quella che sta col centravanti della nazionale, quanto se la tira, pensare che finora ha fatto solo film di serie B..."

Non posso sentire l'altra parte della conversazione ma il tono e l'argomento dell’interlocutrice non devono essere molto lontano da quello usato dalla ragazza del balcone di sopra.
Parlano di celebrità, più o meno amate, più o meno di successo.
Parlano, nel bene o nel male, di persone popolari, di celebrità.
Mi ritiro, ho sentito abbastanza e comunque le piante non vanno annegate.

È davvero così importante, per un giovane, conoscere una persona famosa? È così fondamentale inserire tra le proprie conoscenze un VIP? Può cambiare il curriculum avere incrociato un divo del cinema o una star dello sport?
Me lo chiedo, così, per passare il tempo. In realtà non ho bisogno di una risposta.
Col passare degli anni il mio interesse per le vite di persone famose, che fossero cantanti, attori, calciatori o altro non fa differenza, è andato calando in maniera fisiologica.
Non nego che tempo fa mi aveva piacevolmente colpito l'incontro con uno scrittore di successo ma non ebbi il coraggio (o la maleducazione) di andare a conoscerlo da vicino, interrompendo la sua conversazione con un’altra persona.
Ma sarebbe cambiato qualcosa?
Nella vita dello scrittore di sicuro un bel nulla, solo l'ennesimo fan che ti fa i complimenti, che forse vuole una firma o una foto, che t’importuna.
Nella mia ancora meno. Un aneddoto da raccontare, ma raccontare cosa? Sapete ho visto tal dei tali... come se ci fosse qualche merito in questo.

Oggi sono molto più interessato ad altri.
Se, come scriveva Pirandello, ogni persona vive con centomila maschere, davvero posso perdere tempo dietro le celebrità?
Oggi cerco l'autenticità, nelle persone che incontro, con cui parlo, con cui lavoro. E quando la trovo, mi sento bene.
Oggi m’interessano i miei cari, con tutte le loro debolezze, con le difficoltà e con il loro amore.
Oggi m’interessa il barista che mi prepara la colazione, del quale so poco o niente e altrettanto lui di me, ma mi saluta con calore e sa come mi piace il caffè, m’interessa la commessa del negozio che apre tutte le scatole per farmi trovare la camicia della taglia giusta e anche se è stanca non smette mai di sorridere, m’interessa il vicino che si sbraccia dall'altro lato della strada per salutarmi, m’interessa il volontario della pro loco che mi versa il vino alla cena sociale, m’interessa lo sconosciuto che mi cede il passo sul marciapiede. M’interessa la persona che sto aiutando col mio lavoro, m’interessa il docente del corso che frequento per il sapere che mi sta trasmettendo, m’interessa la collega con cui non ho bisogno di parlare perché ha già compreso il problema, m’interessano tutte le persone che scelgono di essere le soluzioni dei problemi e non le cause.
Mi interessano, insomma, una moltitudine di persone ma nessuna di queste è famosa, nessuna è una star, nessuna firma autografi o compare sullo schermo.
Mi interessano le persone che non hanno bisogno di indossare una maschera, perché sono in fondo personaggi secondari nella grande commedia della vita, come dopotutto lo sono io.
Fa bene la giovane vicina, è normale essere attratti dal successo delle celebrità e dalla fama.
Spero che col tempo non rimanga troppo delusa e che crescendo abbia la fortuna di incontrare tanti personaggi secondari.
Sono le vere star della vita, e non ti deludono mai.

Quando ti trattano con autenticità.





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