"Sai, alla festa
patronale c'era la vincitrice del Talent Show, l'ho persino salutata!"
Inavvertitamente
ascolto la figlia della vicina che parla al telefono con qualcuno.
"Si, sono stata al
firma copie dell'ultimo disco di Marco!" ... "Tre ore di fila ma vuoi
mettere la soddisfazione della foto con lui, e poi dal vivo è così bello!"
La conversazione va
avanti, non posso fare a meno di ascoltare tutto: i balconi non sono luogo per
telefonate private ed io sono fuori a innaffiare le piante.
"Ma l'hai vista
quella sciacquetta di Giulia, la valletta del Maria Show, quella che sta col
centravanti della nazionale, quanto se la tira, pensare che finora ha fatto
solo film di serie B..."
Non posso sentire
l'altra parte della conversazione ma il tono e l'argomento dell’interlocutrice
non devono essere molto lontano da quello usato dalla ragazza del balcone di
sopra.
Parlano di celebrità,
più o meno amate, più o meno di successo.
Parlano, nel bene o nel
male, di persone popolari, di celebrità.
Mi ritiro, ho sentito
abbastanza e comunque le piante non vanno annegate.
È davvero così
importante, per un giovane, conoscere una persona famosa? È così fondamentale
inserire tra le proprie conoscenze un VIP? Può cambiare il curriculum avere
incrociato un divo del cinema o una star dello sport?
Me lo chiedo, così, per
passare il tempo. In realtà non ho bisogno di una risposta.
Col passare degli anni il mio interesse per le vite di persone famose, che fossero cantanti, attori,
calciatori o altro non fa differenza, è andato calando in maniera fisiologica.
Non nego che tempo fa
mi aveva piacevolmente colpito l'incontro con uno scrittore di successo ma non
ebbi il coraggio (o la maleducazione) di andare a conoscerlo da vicino,
interrompendo la sua conversazione con un’altra persona.
Ma sarebbe cambiato
qualcosa?
Nella vita dello
scrittore di sicuro un bel nulla, solo l'ennesimo fan che ti fa i complimenti,
che forse vuole una firma o una foto, che t’importuna.
Nella mia ancora meno.
Un aneddoto da raccontare, ma raccontare cosa? Sapete ho visto tal dei tali...
come se ci fosse qualche merito in questo.
Oggi sono molto più
interessato ad altri.
Se, come scriveva
Pirandello, ogni persona vive con centomila maschere, davvero posso perdere tempo
dietro le celebrità?
Oggi cerco
l'autenticità, nelle persone che incontro, con cui parlo, con cui lavoro. E
quando la trovo, mi sento bene.
Oggi m’interessano i
miei cari, con tutte le loro debolezze, con le difficoltà e con il loro amore.
Oggi m’interessa il
barista che mi prepara la colazione, del quale so poco o niente e altrettanto
lui di me, ma mi saluta con calore e sa come mi piace il caffè, m’interessa la
commessa del negozio che apre tutte le scatole per farmi trovare la camicia della
taglia giusta e anche se è stanca non smette mai di sorridere, m’interessa il
vicino che si sbraccia dall'altro lato della strada per salutarmi, m’interessa
il volontario della pro loco che mi versa il vino alla cena sociale, m’interessa
lo sconosciuto che mi cede il passo sul marciapiede. M’interessa la persona che
sto aiutando col mio lavoro, m’interessa il docente del corso che frequento per
il sapere che mi sta trasmettendo, m’interessa la collega con cui non ho
bisogno di parlare perché ha già compreso il problema, m’interessano tutte le
persone che scelgono di essere le soluzioni dei problemi e non le cause.
Mi interessano,
insomma, una moltitudine di persone ma nessuna di queste è famosa, nessuna è
una star, nessuna firma autografi o compare sullo schermo.
Mi interessano le
persone che non hanno bisogno di indossare una maschera, perché sono in fondo
personaggi secondari nella grande commedia della vita, come dopotutto lo sono
io.
Fa bene la giovane
vicina, è normale essere attratti dal successo delle celebrità e dalla fama.
Spero che col tempo non
rimanga troppo delusa e che crescendo abbia la fortuna di incontrare tanti
personaggi secondari.
Sono le vere star della
vita, e non ti deludono mai.
Quando ti trattano con
autenticità.
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