sabato 12 marzo 2016

Ma cosa passa nella testa della gente?











Niente, nel frigo non ce n'è.

Guardo fuori, nell'armadietto. Nemmeno uno.
Riprovo in frigo ma di limoni nemmeno l'ombra.
Non posso fare il pollo al limone senza limoni, non vi pare?
Non avendo, come l'aveva mia nonna, una pianta in giardino, devo uscire.
Metto la giacca, controllo le tasche: chiavi, portafoglio. Esco.
Torno sui miei passi.
Rientro. Prendo il cellulare, mi palpeggio di nuovo tutte le tasche e questa volta esco davvero.

Direzione negozio di ortaggi. Cinque minuti.
Dal momento che c'è il sole faccio un giro lungo, molto lungo, che mi permette di triplicare il tempo che impiegherò per raggiungere il negozio.
Magari incrocio qualche faccia conosciuta e faccio due chiacchiere.
Cammino e guardo la gente, oggi è una bella giornata, si sente che la primavera si avvicina, anche se qualche nuvola scura sporca l'orizzonte.
Nel viale decine di persone si sono riversate per due passi, tanti i cani al guinzaglio, giovani coppie di innamorati, diverse le mamme che spingono i passeggini, gruppi di anziani che camminano e ogni tre passi si fermano per dare più peso a discorsi e ragionamenti.
Qualcosa mi disturba, mi graffia l'umore.
Ma cosa? Non sono le nuvole nel cielo, no, la pioggia non mi ha mai rattristato. Ci penso un momento poi mi accorgo. La gente.
Le persone, o meglio le loro espressioni.
Sembrano tutte arrabbiate, tese, nervose.
Nessuno sorride e nessuno sembra avere un espressione rilassata.
Tutti guardano in cagnesco, tutti tranne i cani ovviamente.
Ma cosa avranno tutti, da sembrare così aggressivi, da mostrare i denti alla vita, a cosa penseranno, mi chiedo.
Poi penso che forse non sono tutti arrabbiati, forse sono solo preoccupati.
Forse la gente non riesce a rilassarsi nemmeno durante una passeggiata perché teme per il proprio domani, perché troppo preoccupata per i propri cari.
Ma tutti? Proprio tutti? Continuo a chiedermi incredulo.
Poi due bambini in monopattino mi sfiorano quasi pestandomi i piedi e per un momento ho anche io un espressione tutt'altro che allegra.
E questa inattesa distrazione permette a un altro pensiero di infilarsi nel mio delirio.
Avete mai fatto caso al colore del mare?
Il mare ha un colore bellissimo, che non manca mai di gonfiarmi il cuore di gioia, ma ogni volta assume una tonalità diversa.
In realtà la superficie del mare riflette il colore del cielo e così passa dal blu pastello, al blu oltremare appunto, dall’indaco all'azzurro, dal cobalto al grigio, fino al nero a seconda del clima e del momento.
Forse siamo anche noi come il mare e senza esserne pienamente consapevoli assumiamo la stessa espressione di chi ci sta intorno.
Preso da queste riflessioni provo, come per un folle esperimento, a sorridere, così, senza apparente motivo.
Mi sento un po' scemo e in effetti è questo ciò che devo apparire ai più.
Ma ho la sensazione che intorno a me la gente sembri più rilassata, meno arrabbiata, che quasi sorrida a sua volta.
Funziona, penso, si stanno specchiando, si riflettono.
Felice come un bimbo torno a casa, cercando di contare le persone che mi hanno sorriso.
Sono molte!
Rientro felice, guardo il mio sorriso beota nello specchio dell'ingresso.
Poi il sorriso si spegne lasciando sulla faccia un ghigno sconsolato.

I limoni...

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