domenica 14 febbraio 2016

Miracolo alla Reggia









La grande piazza barocca che divide in due parti uguali il centro storico e ospita, assieme alla chiesa dell’Annunciazione di Maria, l’Ospedale cittadino, vede ogni giorno il passaggio d’innumerevoli persone.
Mamme con passeggini, bimbi tenuti per mano e cani al guinzaglio, pensionati col bastone da un lato e il giornale ripiegato sotto l’altro braccio, scolaresche chiassose, colorate e giocose, negli ultimi anni guerre e battaglie a colpi d’acqua, gavettoni fatti con palloncini, bottigliette, secchielli e mezzi di fortuna, da parte d’inzuppati studenti che festeggiano così l’ultimo giorno di scuola.

Tra i tanti che passano quotidianamente dalla piazza, comunemente nota come piazza Annunziata che vede da un lato l’antica chiesa di Santa Maria e dall’altro il vecchio ospedale, troviamo due amici. I due amici si conoscono da sempre, hanno fatto impazzire con la loro vivacità le maestre elementari, hanno creato disordini in classe nei tre lunghi anni delle scuole medie e ora che vanno alle superiori, continua la loro creativa collaborazione.
I nostri, che passano spesso dalla suddetta piazza, hanno inevitabilmente notato che il portone dell’ospedale è aperto tutto il giorno e anche il passaggio per l’uscita delle vetture dalla parte opposta, durante le ore diurne è spalancato e senza sorveglianza. Inoltre nel cortile dell’ospedale giacciono, anche queste senza sorveglianza, delle vecchie e poco utilizzate sedie a rotelle. Il goliardico cervello dei nostri amici, sempre su di giri, partorisce immediatamente una nuova idea e i due procedono rapidamente a elaborare il piano d’azione.
Mentre il primo distrae il personale della portineria con confuse domande su servizi che non esistono, il secondo, che ha fatto il giro dell’isolato, entra dalla parte opposta e furtivamente compie la sottrazione. Si ritrovano sulla breve via laterale, dove passa poco traffico e con un temperino affilato staccano velocemente la minuscola targhetta col numero di inventario che dichiara l’appartenenza dell’oggetto all’ente pubblico. Per sapere cosa ci possono fare, due giovinastri con una sedia a rotelle sgraffignata dall’ospedale, basta un poco di fantasia. I due amici, che di fantasia ne hanno fin troppa, hanno già escogitato un piano.
Li vediamo dirigersi, dopo essersi conteso il diritto al posto di falso invalido, verso la biglietteria della Reggia. E’ una bella giornata di sole e i due vogliono godersi i giardini Reali, senza pagare ovviamente.
Come avevano previsto i biglietti per l’invalido e il proprio accompagnatore non li pagano ma con grande sorpresa oltre all’ingresso ai giardini è compreso anche il tour nelle stanze Reali. Nelle loro menti criminose già pregustano infiniti spettacoli da godersi a sbafo, cinema, teatro, partite di calcio, quella sedia è una miniera d’oro!

Veloci entrano, prima che a qualcuno venga l’idea di fare un controllo, sì ma che controllo, obbietta l’amico seduto, non possono mica farmi alzare in piedi per vedere se fingo? Con espressione sofferente e di chi chiede compassione recita un perfetto saluto all’addetto al cancello che li fa entrare dalla rampa preposta, mentre l’amico spingente la sedia passa con sguardo sulle scarpe e aria colpevole.
In tutti i modi sono dentro. Siamo dentro, recita con enfasi l’amico in piedi. Avevi dei dubbi? Gli risponde con finta sicurezza l’amico seduto.
Comincia così un giro poco culturale ma alla massima velocità con le gomme della sedia a rotelle che stridono sui vasti e lucidi pavimenti per l’eccessiva velocità e per le curve prese un po’ troppo strette.
Come si divertono i due amici, sempre attenti a rallentare quando incrociano un affascinato gruppo di turisti guidato da un piccolo signore baffuto e dall’aria simpatica che sembra tenerli in pugno, tutti a bocca aperta, con storie, aneddoti e spiegazioni acute e divertenti.
Il finto invalido riesce perfino a emettere un flebile lamento strappando un breve, pietoso sguardo da parte di due vecchiette del gruppo.
Come si stanno divertendo, non pensano nemmeno più a uscire nei giardini sebbene il sole faccia risplendere specchi d’acqua, prati e siepi fiorite.
Ma la velocità gioca loro un brutto scherzo. L’ennesima curva alla fine di un lungo corridoio li vede arrivare troppo forte e schiantarsi contro il basamento di una statua. Lo scontro è violentissimo, per un momento tutto sembra volare disordinatamente, falso invalido, statua, sedia a rotelle, basamento, amico spingente. Presto però questo groviglio di cose e persone ricade sul pavimento facendo un gran fracasso e simultanea parte la sirena dell’allarme antifurto.
I due amici si rialzano doloranti e vedendosi perduti, scappano come gatti sorpresi dal cane a mangiare nella sua scodella. A dire la verità, il finto invalido che così bene ha saputo calarsi nella parte è istantaneamente preso da amnesia e corre come un centometrista che prepara le Olimpiadi. Gran confusione regna nella Reggia. Tutti accorrono e molti corrono anche se in direzioni diverse. In un attimo i due sono fuori perché i guardiani precipitati verso il pannello di controllo degli allarmi si sono dimenticati di chiudere il cancello. Dentro il gruppo di turisti che per primo è giunto sul luogo del misfatto, osserva la scena con stupore e compostezza.
Una vecchina ha le lacrime agli occhi mentre sentenzia: questa statua deve essere subito portata nella chiesa di S. Uberto, ha facoltà di guarire i malati.
 Tutti approvano commossi facendo ampi cenni con la testa. Tutti osservano la sedia a rotelle che giace sul fianco, vuota, sul pavimento della Reggia.





Dedicato a Carlo




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