domenica 14 ottobre 2018

L'essenza della Cura






L’essenza della Cura 



Michele esce dall'ufficio alle diciotto. 
È di nuovo tardi. 
Ci metterà un'ora buona per tornare a casa, più del solito poiché piove e tutto il mondo ha deciso di mettersi in auto. 
Dovrebbe uscire prima, al massimo alle cinque ma non riesce mai a decidersi, c'è sempre qualcosa da fare, una pratica da terminare, una mail cui non si può non rispondere, una telefonata da gestire. 
La realtà è diversa e Michele ne è consapevole. Rimandare il momento di tornare a casa significa che lui a casa non ha nessuna voglia di tornarci. Dopo anni il matrimonio è diventato una gabbia che lo soffoca e gira come un motore senza manutenzione cui manca l'olio. 

Anche oggi è tardi e sente un sapore amaro in bocca. Oggi è anche più difficile rientrare. L'anniversario che incombeva come un fantasma notturno è arrivato e lui non sa come comportarsi con la moglie. Ignorare la ricorrenza e coerente con la vita di coppia degli ultimi giorni scambiarsi un arido saluto oppure farle gli auguri con un calore assente e sentendosi un ipocrita bugiardo… 
Michele non sa decidere. 

Ma tornando a casa passa davanti a un negozio di profumi e lui sapendo quanto Astrid li ami, non ha cuore e si ferma. 

Michele sa che sua moglie Astrid non si aspetta alcun regalo e la sua onestà intellettuale è tale da non pretendere cambiamenti nella loro relazione. Ma capisce che un piccolo dono non può fare male. 

La commessa è una donnina minuta dai capelli cortissimi rosso fuoco e occhi profondi. Osserva Michele aggirarsi tra i prodotti senza intervenire ma la sua presenza, la sua fragranza permea tutta la sala. 
Michele la guarda e lei risponde a una domanda muta: 

“Essenza di rosa canina. Un pensiero romantico.” 

Lui cambia espressione, lei capisce e tace. 
Lo lascia vagare confuso altri cinque minuti, poi ci riprova. 

“Abbiamo essenze e oli essenziali alla Lavanda, tranquillizzante e utile contro la depressione. Profumo di giacinto notturno che lenisce gli effetti dello stress e rinfresca la mente. Essenza di Limetta, molto apprezzata anche in cucina, essenza di fiori d'arancio calmante e favorente la digestione. Essenza di rosa damascena, che migliora l'autostima e ripristina il buonumore…”. 

Michele la guarda senza cambiare espressione, come ad attendere qualcosa che ancora non arriva. 
Poi si volta verso lo scaffale e in alto nota un piccolo flaconcino viola. 
Lei se ne accorge e alzandosi sulle punte e abbassando il volume della voce gli sussurra in un orecchio: 

“Quel flacone è molto prezioso, si tratta dell'essenza della Cura.” 

Lui guarda la commessa, dubbioso. 
Lei passa dietro il bancone, prende una piccola chiave dalla collana che indossa al collo, apre un cassetto e afferra una busta di velluto da cui pesca una striscia di cartoncino viola. 
Poi riprende a parlare. 

“Lo annusi ma faccia attenzione…” 

“In che senso attenzione?” 

“Nel senso che occorre essere pronti per conoscere e respirare alcune fragranze. Nel senso che gli olii e le essenze non sono delle sostanze inerti, innocue ma hanno effetti concreti sulla psiche, sulle emozioni e sui comportamenti.”. 

Michele la guarda scettico ma lei se lo aspettava e riprende. 

“L’essenza della cura è una ricetta molto antica e sconosciuta. La posso procurare ma non arriva mai più di un flacone alla volta, inoltre non conosciamo gli ingredienti. Tutto quello che posso dire, è che funziona. Basta una spruzzata in un piccolo ambiente e le persone che vi soggiornano saranno beneficiate dagli effetti.”. 

“... quindi?” 

“Vede, diffondendo quest’essenza nell’aria si migliora immediatamente la qualità delle relazioni delle persone presenti, ci si dispone a preoccuparsi dell’altro, inalando il profumo si è spinti all’empatia, a praticare gesti d’altruismo, si è predisposti ad aumentare l’attenzione verso i bisogni del partner, a praticare gesti di tenerezza, aumenta la pazienza e la serenità di giudizio.” 

“Sembrerebbe proprio quello che ci vuole per me e Astrid…” mormora Michele. 

La commessa continua: “Si è spinti a comunicare, si cerca il contatto visivo, le mani vogliono dare carezze e le braccia desiderano abbracciare. Migliora il calore e aumenta la capacità di ascolto. 
Senta… credo che lei ne abbia bisogno, la prenda, non mi deve nulla. La prenda, insisto, questo flacone lo offre la casa, in cambio le chiedo solo di tornare a dirmi com’è andata!”. 

Michele è sorpreso dal generoso, inaspettato gesto della commessa dai capelli rossi. Si riscuote dal momentaneo imbarazzo e promette di tornare. 

La commessa sorride, sapendo di aver fatto la cosa giusta. Avere un amica d’infanzia con un nome così singolare non si può dimenticare e anche se crescendo e sposandosi questa sembra essersi dimenticata della loro amicizia, lei non l’ha fatto. Astrid mi ringrazierà, pensa mentre l’uomo esce dal negozio con una strana urgenza di tornare a casa. 

Mentre Michele si sta allontanando la commessa si affaccia dalla porta e lo avvisa ad alta voce: 

“Non lo usi all’aperto e in posti affollati…”. 

Lui si gira e da lontano le fa cenno di aver capito. 
Ha capito molte cose nel momento stesso in cui ha annusato la striscetta di carta. 

Non vede l’ora di tornare da Astrid. 
E‘ certo che la loro vita cambierà. 









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