giovedì 19 aprile 2018

Dissolvenza









A volte, anzi spesso, sono indeciso su cosa fare.

Di frequente non sono sicuro se sia meglio dire o tacere.



In tante occasioni preferisco restare zitto facendo, devo ammettere, una buona figura. Passo per essere un tipo riflessivo, uno che sa ascoltare, una persona calma che pensa prima di agire o di aprire bocca.

Per carità, non sono caratteristiche così lontane da ciò in cui credo. In realtà, a volte, sono solo uno che non ha ancora deciso.

Mi prendo il tempo che ci vuole, forse ho solo bisogno di questo.

A volte avrei bisogno d’altro.

Mi piacerebbe sentire un parere, confrontarmi.

Non che abbia mai molto ascoltato i pareri altrui ma anche solo parlare con qualcuno può essere utile per chiarirsi le idee.

Spiegare il proprio pensiero è un modo per capirlo meglio.



Mi ricordo quando ti parlavo, ti raccontavo le mie storie.

Non sapevo bene se le capivi, se le condividevi, ma serviva a me, a comprendere meglio io stesso.

Tante volte mi sono confidato già sapendo cosa avresti risposto, conoscendo in anticipo la tua reazione.

Mi serviva parlarti, perché sapevo che tu avresti sostenuto con forza la tua opinione, di solito opposta alla mia, ma mi avresti alla fine lasciato libero di decidere cosa fare.



Ora non posso più.

Ora che non ci sei, non ho l'opportunità di confidarmi, di chiedere un consiglio, di rivelarti il mio proposito.

Ora è diverso.



Non mi rimane che fissare i tuoi occhi che silenti mi scrutano dalla vecchia foto sul marmo.

E non mi resta altro che ascoltare l’eco dei miei pensieri che svanisce con una dissolvenza.


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