Immaginate un’isola.
Un’isola verde a poche
miglia dalla terraferma, visibile dalla costa nelle giornate di tempo sereno.
Una piccola isola
rigogliosa con un solo centro abitato sull’altura e tante case, sparse su
entrambi i versanti.
Un’isola raggiungibile
in tempi rispettabili con il traghetto di linea o magari più velocemente con
l’elicottero se siete facoltosi, tempo e mare permettendo.
Un’isola con tanto di
vecchio faro, con annesse antiche leggende.
Vi garba il posto?
Immagino di sì. A me
piace e ci torno ogni volta che posso.
Ho iniziato a visitarla
e a viverci molti, molti anni fa. Più di tre decenni.
Tanti ricordi sono
vividi e luminosi, altri hanno cominciato a sbiadire, perdendo colore e virando
al grigio, proprio come i miei capelli.
Comprai L’OMBRA DELLO SCORPIONE nel 1985.
Avevo letto CARRIE ed ero rimasto impressionato
dalla bravura di questo sconosciuto scrittore. All’epoca il nome di King non
significava nulla per me ma tendevo a ricordare i nomi degli autori dei libri letti,
per una sorta di rispetto verso il loro lavoro.
Dicevo, comprai questo
romanzo di settecento pagine e lo portai per un week end al mare con i
genitori. Mi ero appena diplomato e non disponevo di reddito né di auto propria,
quindi al mare con mamma e papà o restare a casa.
Per tre giorni il mio
naso si allontanò dalle pagine di quello scrigno, solo per mangiare o dormire (più
altre cosine che non specifico) e quando terminò il soggiorno al mare, anche il
libro era finito!
Con sole ottomila lire
mi ero portato dietro l’universo.
All’epoca compravo i libri,
pochi per la verità, al supermercato. Capirete, erano scontati. Quando trovai A VOLTE RITORNANO e poco dopo LE NOTTI DI SALEM fu un acquisto sicuro.
Sono sempre stato molto
indeciso tra gli scaffali ma a quel punto ero giunto a una conclusione. Quello Stephen Edwin King sarebbe diventato il MIO
autore!
Oggi quei vecchi
tascabili riposano nella libreria dell’ingresso, con le pagine color seppia a
testimoniare il tempo trascorso.
In pochi anni recupero
tutto quello che c’è tra le edizioni economiche, possiedo ancora una copia de L’INCENDIARIA, con la dedica appassionata
della fidanzata (che oggi è mia moglie) e che mi ha tenuto compagnia durante i
quindici lunghi giorni di richiamo alla leva nel maggio 1988.
Gli anni ottanta si
sono chiusi alla grande con le uscite di IT
e poi di MISERY.
Edizioni rilegate
stavolta, alla soglia delle venticinquemila lire, ma ormai avevo un impiego
stabile e quello era un vero investimento!
Poi, come capita a
molte persone, mi sono sposato.
Mi ero comprato poco
prima del matrimonio L’ULTIMO CAVALIERE
e non lo avevo letto, conservandolo per il viaggio di nozze. La dicitura in
copertina: “Primo volume della serie LA
TORRE NERA” mi stava facendo desistere. Non mi sentivo attirato da una saga
a puntate, non mi andava di essere vincolato da future uscite ma non seppi
resistere, il nome di King era una garanzia ormai e non volevo perdermi
l’occasione di un altro giro sull’isola.
Fu strano, un bel western
ma troppo diverso da altri romanzi. Non lo capii.
Nel febbraio 1991 uscì QUATTRO DOPO MEZZANOTTE, io ero felice,
il viaggio continuava ma ancora non sapevo che ad agosto, durante la mia prima
vacanza negli USA, avrei stretto tra le mani FOUR PAST MIDNIGHT, edizione cartonata della Viking, enorme e
pesante più di un chilo con una bellissima dedica della cugina di mia moglie
che viveva in New Jersey.
Sempre nel 1991, potei gongolarmi
con la bellissima e pesantissima edizione integrale edita da Sonzogno, de L’OMBRA DELLO SCORPIONE che si fissò
così nella mia memoria come uno dei romanzi preferiti.
Nel gennaio 1995 fu
pubblicato INSOMNIA e fu un titolo
profetico. Una notte, ero intorno al centinaio di pagine, mi chiamarono
dall’ospedale, mia moglie era entrata in travaglio. La mia primogenita aveva
deciso che era ora di farsi sentire. Passammo la notte a camminare e quando Ilaria nacque e tornò con la mamma a casa, le notti non furono più le
stesse.
Nel 1996 uscì a
puntate, una ogni quindici, venti giorni se ricordo bene, IL MIGLIO VERDE.
Sei puntate in tutto.
Arrivammo a luglio leggendo la quinta. Quell’anno eravamo riusciti a
programmare il secondo viaggio negli Stati Uniti e lì ebbi occasione di trovare
la sesta puntata che lessi e compresi col mio inglese maccheronico-elementare.
Rileggere il sottile
volumetto uscito a settembre nelle edicole italiane, mi confermò che avevo
capito il senso ma non m’impedì di commuovermi per il finale.
Ovviamente ho comprato
anche l’edizione integrale del 1998 e sfogliandone le pagine mi cade tra i
piedi un biglietto del cinema della mia città datato 13/3/2000, titolo del film:
Il miglio verde!
Su MUCCHIO D’OSSA ho appuntato: 11/02/99,
per i sei mesi di mia figlia Marika, questo è il mio regalo! Dubito che lei
potesse leggerlo, così lo lessi io.
Riguardo al 2000, ho un
libro datato settembre con una frase scritta da me a matita: “alla fine di un
incubo reale, un incubo fittizio”. La mia secondogenita era stata da poco
dimessa da un breve ricovero ospedaliero e potevamo rilassarci. Per me era di
nuovo tempo di attraversare il braccio di mare e sbarcare su Little Tall Island. Il libro in
questione è LA TEMPESTA DEL SECOLO.
Ci sono anche libri di
cui non ricordo quasi nulla, i primi firmati Bachman, perché sono passati tanti
anni, oppure BUICK 8 che leggevo nel
febbraio del 2003 mentre purtroppo mio padre ci stava lasciando e che credo di
avere terminato su un materassino (il mio giaciglio di fortuna) sul pavimento
del soggiorno di casa dei miei. Si può dimenticare il contenuto di un romanzo,
non il volto di tuo padre, giusto?
Seguì un decennio e
oltre di magnifiche letture, romanzi, saggi, raccolte di racconti brevi (che prediligo)
e non ultima La Saga!
LA
TORRE NERA.
Comprai l’ultimo volume
nel dicembre 2004, ho amato quelle 1100 e più pagine dalla prima all’ultima e
l’anno seguente ricevetti in regalo l’edizione americana con le illustrazioni
di Michael Whelan!
La serie mi aveva
tenuto compagnia per quattordici anni, durante i quali rilessi ogni volume
almeno due volte, ma nel novembre 2012 ci trovammo tra le mani un capitolo
inatteso, LA LEGGENDA DEL VENTO.
Ogni anno a diventare
un anno più adulti ma sempre aspettando l’ultimo King, come un bambino aspetta
l’ultimo giorno di scuola, come a scandire il cambio delle stagioni, come un
evento astronomico…
Certo, durante questi
lunghi anni non c’è stato solo lo scrittore del Maine, ho avuto molti altri
autori a tenermi compagnia, italiani come Camilleri, Eco, Lucarelli, De
Giovanni, Carlotto, Benni, Faletti e molti altri e non cito i classici.
Stranieri come Grisham, Crichton, Koontz, Kundera, Pennac, Murakami e altri che
in questo momento sfuggono.
Ho provato anch’io e mi
sono cimentato con un romanzo, ho voluto capire cosa significhi diventare
autore. Creare personaggi, luoghi, trame ed emozioni.
Ma mi accorgo di una
cosa.
Tutti sono stati
traghettatori.
Ogni volta qualcuno mi
ha intrattenuto per permettermi di salire sul traghetto e navigare quel braccio
di mare per tornare alla mia isola.
Quante volte è successo
e quante volte ci tornerò ancora.
Su questa piccola
isola, davanti alle coste del Maine, emersa dall’immaginazione del Re ed
esistente nelle menti di tutti noi, Fedeli Lettori, che ne affolliamo le
spiagge ogni volta che abbiamo l’occasione.
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