Non parlo molto.
Chi mi sta vicino sostiene che sono, come dire, snob.
Ma come si fa a parlare con chiunque?
Con Silvio non ci parlo più, non riesce a stare serio per cinque minuti di
fila.
Tutto per lui è goliardia e finisce sempre per rifilarti una vecchia
barzelletta sconcia!
Con Matteo ho rinunciato, è monotematico e se l’incontro tutti i giorni per
una settimana è capace di ripetermi sette volte lo stesso discorso! E non
sopporto la sua aria intellettuale-popolare!
Con Beppe cerco di evitare. Sembra un invasato, sputacchia come un
lama e tiene il volume sempre come parlasse con un sordo. Inoltre non è in
grado di accettare un’opinione diversa dalla sua.
Con Angelo non ci riesco, non sembra capire quello che ascolta e ha
questa mania dell’inglese ma sfoggia una pronuncia tragicomica. Prima o poi gli
rido in faccia.
Luigi non lo reggo, da piccolo deve essere stato nutrito a pane e superbia,
ha l’aria di un professore ma uccide un congiuntivo dopo l’altro.
Massimo ha questo modo di fare che vorrebbe essere aplomb ma riesce a
diventare spocchia. Di qualunque cosa parli da sempre l’impressione di
pensare che tanto tu non la capirai.
Capite che diventa difficile per me parlare con qualcuno.
Allora ho deciso, resto in silenzio e attendo qualcuno che meriti la mia
parola.
Un giorno che ho fatto una passeggiata in montagna e ho trovato, dopo tre
ore di cammino, la valle dell’eco, ho provato a chiamare.
C’è qualcuno?
Silenzio
C’È QUALCUNO?
Niente. Nessuna risposta.
Evidentemente o sono rimasto senza voce oppure la mia eco ha deciso che anch’io,
come gli altri, non sono degno di risposta!
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